Seguente a questi ragionamenti è nato tutto un discorso ambientalista come avete visto già su questo blog ed è nato nel frattempo anche Gasilario..."L'USDA (Dipartimento di Stato per l'Agricoltura degli Stati Uniti) e le Nazioni Unite dichiarano che utilizzare un ettaro di terra per allevare bovini produce circa 22 kg di proteine. Se invece lo si coltivasse a soia, lo stesso ettaro renderebbe 403 kg di proteine. La zootecnia inoltre spreca preziose risorse idriche. I biologi Paul e Anne Ehrlich fanno notare che per coltivare un kg di frumento servono 200 litri d'acqua, mentre 1 kg di carne richiede dai 20.000 ai 40.000 litri.
Ecco un altro modo di guardare al problema. Secondo il gruppo Vegfarm, un terreno di 4 ettari può "dare da mangiare" a 60 persone se viene coltivano a soia, a 24 se coltivato a frumento, a 10 se a granturco e solo a 2 se utilizzato per l'allevamento del bestiame. Negli USA, riducendo anche solo del 10% la produzione di carne si avrebbe cibo vegetale per sfamare 60 milioni di persone: così stima il nutrizionista Jean Mayer. Sessanta milioni di persone sono la popolazione della Gran Bretagna, una nazione, che, detto per inciso, potrebbe sfamare 250 milioni di persone con un'alimentazione completamente vegetale."
29 nov 2009
Perchè sono Vegetariano
28 nov 2009
Cooperativa Agricola La Lucerna
Sito del produttore: www.cooplalucerna.it
23 nov 2009
Un cereale al giorno
DEMETRA... la prima a dissodar la glebe coll'aratro insegnó prima le biade i piu soavi nutrimenti diede a noi prima dié leggi; ed ogni cosa riconosciamo da lei. (Ovidio, Metamorfosi, V)
Divinità e pianeti ovvero, i cereali.
Cosa sono i cereali
E' detta cereale ogni pianta che produce frutti e cariosside , riducibili in farine alimentari. In genere si tratta di erbacee della famiglia delle graminacee, come il frumento (grano), il riso, la segale, l'avena, l'orzo, il mais (granoturco), il sorgo, il miglio, il farro, il panico. Il grano saraceno appartiene invece alla famiglia delle poligonacee .
Un po' di storia
Da millenni i cereali rappresentano la risorsa alimentare più diffusa e utilizzata da gran parte dell'umanità, la prima ad essere stata ottenuta per coltivazione, probabilmente, quando l'uomo passò dallo stato nomade a quello stanziale. La coltura dei cereali ha facile ambientabilità, sono facilmente trasportabili e conservabili, hanno un basso costo ed è possibile utilizzarli per la preparazione di innumerevoli cibi. Questi cibi sono energetici perché contengono soprattutto glucidi , ma contengono anche proteine (come il glutine).
Sono sani perchè
I cereali, se integrali, sono un alimento molto ricco: vitamine (gruppo B e vitamina E) contenute nel germe; grassi polinsaturi preziosi per la loro funzione di controllori del colesterolo che prevengono la formazione di placche di grasso nelle arterie; sali minerali (calcio, ferro, fosforo). Non dovrebbero quindi mai mancare sulla nostra tavola e ogni giorno dovrebbero costituire il 40-50% del nostro cibo giornaliero.
Non è "fast food"
I cerali quando sono crudi non sono però in genere commestibili ma si utilizzano fermentati e/o cucinati. L'ammollamento è un procedimento indispensabile in quanto elimina alcuni antinutrienti come i fitati (contenuti soprattutto nei cereali integrali e che inibiscono l'assorbimento di numerosi minerali) e li rende più digeribili. Oltre alla cottura è molto importante anche il tempo di rigonfiamento.
Su questi argomenti è molto interessante la lettura di “Cereali e pianeti nell'umana spirituale alimentazione” di Emma Graf 2001 Natura e cultura. Vol. III Alassio
Rudolf Steiner e i cereali
Da molti anni Emma Graf sviluppa la propria conoscenza nel campo alimentare, studiando i problemi fondamentali dell'alimentazione animata dalla scienza dello spirito di Rudolf Steiner , in particolare dell'alimentazione a base di cereali, traducendola in vera e propria esperienza culinaria e portando così nella quotidianità il suo prezioso sapere.
Sette, di tutto sette.
Proprio dall'esperienza steineriana prendiamo spunto per questo breve trattato sui sette principali cereali per farne una elencazione il più possibile esaustiva. Capirne quindi le loro proprietà salutari conoscere il loro impiego per prevenire o curare i piccoli o i grandi malanni con i quali dobbiamo convivere.
La filosofia steineriana ritiene non sia un caso che il cereali siano sette. Infatti sono sette i colori che compongono l'arcobaleno, sette i toni che si elevano di ottava in ottava, sette i cicli che l'uomo percorre nel cammino della sua vita, sette i giorni della settimana e sette i pianeti che gravitano nel cielo. Dopo aver compiuto ricerche in questo senso, gli steineriani sono giunti alla conclusione che queste relazioni sono sperimentabili e ritengono sia possibile associare ogni giorno ad un cereale corrispondente in modo da ricavare un loro rapporto con i pianeti (che corrispondono ognuno ad un giorno della settimana, lunedì – luna, martedì – marte, mercoledì – mercurio, giovedì – giove, venerdì – venere – sabato – saturno, domenica – sole). Naturalmente questo ha un significato per l'esperienza animica, più che da un punto di vista di fisiologia nutrizionistica, ma a noi piace prenderlo come punto di partenza per imparare a conoscere le proprietà benefiche dei sette cereali.
Frumento – La Domenica (Sunday) – Il Sole
Il frumento (grano) duro o tenero è il cibo per eccellenza di tutta l'area mediterranea. In ebraico il termine “frumento” contiene la stessa radice di concetti come alleanza, benedizione, scelta, elezione, concetti che richiamano il rapporto dell'uomo con Dio. Siamo così abituati a consumare quotidianamente il frumento che non teniamo più conto di quanto sia benefico per il nostro corpo. Infatti il frumento è rimineralizzante, antianemico, antiarteriosclerotico, utile nelle magrezze, nelle stitichezze, nelle coliti e indispensabile per la crescita dei bambini.
La sua azione si distribuisce uniformemente ed armonicamente in tutti gli organi, senza concentrarsi prevalentemente in alcuno analogamente alla sua diffusione sulla terra. L'oro solare gli è proprio come nessun altro cereale.
Riso – Il lunedì – La luna
Con le sue fasi e il suo chiarore argenteo, la luna agisce ritmicamente sulla forza vitale e costruttrice del vivente, regolando i tempi della semina e del raccolto. Vi è, come è noto, una stretta connessione tra la luna e il movimento acqueo, elemento in cui nasce e cresce il riso.
Per gli orientali il riso ha origini divine mentre da noi è piuttosto sottovalutato. Basti pensare che il riso che arriva sulle nostre tavole è quello “brillato”, che ha quindi subito innumerevoli trattamenti impoverendolo di proteine, sali minerali, grassi e fibra grezza. Con questo tipo di trattamento il riso viene contaminato dall'olio di vaselina (derivato dal petrolio) e dal talco (che ha una struttura molto simile all'amianto...).
Al contrario il riso andrebbe consumato integrale (“sbramato” o “risone”), privato solo della lolla, la parte più esterna del chicco, non commestibile. Alimento molto energetico e digeribile, abbassa la pressione sanguigna, cura la colite e la fermentazione intestinale, l'insufficienza renale e l'obesità. Dopo il frumento è il cereale più indicato a tutti. Durante lo svezzamento può essere il primo cereale somministrato perché privo di glutine e ad alta digeribilità.
Orzo – Martedì – Marte
Martedì è il giorno della piena attività, della forza dosata dalla ragione, il giorno della settimana ispirato da Marte, dio della Guerra dell'Olimpo greco. Se ci chiediamo ora quale sia il cereale che corrobora in pari tempo la mente e il corpo, dobbiamo guardare agli antichi Greci. Il loro cereale era l'orzo. Essi sentivano come l'orzo fosse il midollo degli uomini, quindi una sostanza capace di stimolare le forze dell'agire, ma anche cibo dei filosofi, attivante le forze della mente. Esso conferisce la facoltà di essere forti nelle membra e desti nel capo.
Le virtù dell'orzo si trovano naturalmente in quello integrale e non raffinato (perlato): è un cereale rinfrescante, energetico e di facile digeribilità. E' utile nelle infiammazione respiratorie, intestinali e delle vie urinarie. Ottimo rimedio per la bronchite, l'enterite, la diarrea e la cistite.
Miglio – Il Mercoledì – Mercurio
Mercurio, dio alato che in veste di messaggero congiunge il cielo alla terra, si identifica bene con il miglio, il cereale dal chicco più piccolo e mobile. La tradizione vuole che chicchi di miglio venissero messi nelle scarpe delle spose il giorno del matrimonio per attestare che fosse attiva, lesta e vivace.
Un tempo ritenuto un cereale buono solo per l'alimentazione degli uccelli, i popoli africani e orientali ne fanno l'alimento base della propria alimentazione. Per l'alimentazione umana il miglio viene decorticato e assume quindi quel caldo colore dorato che gli è caratteristico.
Il miglio agisce sugli organi adibiti al contatto con il mondo esterno, ossia sulla pelle con le sue svariate formazioni e sugli organi di senso. E' particolarmente indicato alle persone che svolgono lavori intellettualmente faticosi e impegnativi e alle donne in gravidanza. Altamente digeribile è ottimo per l'alimentazione dei bambini, degli anziani e dei convalescenti.
Segale – Il Giovedì - Giove
Giove, padre degli dei, rende il Giovedì una giornata regale e maestosa, come la segale. Di elevata e possente figura la s egale impressiona per la fermezza del suo ergersi. Trasmette quindi all'uomo una forte energia formativa e ciò che si suol chiamare "spina dorsale".
Contribuisce a dare pienezza e sonorità alla sua voce, stimolando inoltre le attività del fegato, l'organo da sempre riconosciuto come soggetto all'influenza del pianeta Giove.
Nel Medioevo la sua coltivazione era ben più importante di quella del frumento e attualmente è ancora largamente diffusa nelle regioni nordiche.
Con più proteine e più crusca di tutti gli altri cereali, viene usata come farina aggiunta a quella di frumento per il pane oppure sottoforma di fiocchi. E' indicata nei casi di magrezza, arteriosclerosi, ipertensione e stitichezza. E' invece consigliato un uso moderato agli obesi e a coloro che trattengono facilmente i liquidi.
Avena – Venerdì – Venere
Venere, madre di ciò che germoglia, di ciò che cresce in natura, è la custode del bello, dell'arte e del gioco. E proprio l'avena è il cereale che rimane verde più a lungo e che ha il più stretto legame con le forze vitali e vivificatrici.
Da sempre ritenuto cibo per cavalli per le sue proprietà energetiche, utilizzato invece come farina per arricchire il pane e la pasta fatta in casa o sottoforma di fiocchi nelle minestre è un ottimo ricostituente, riscaldante, diuretico e lassativo. Stimola la tiroide, esercita funzione ipertensiva ma, essendo un cereale un po' “focoso”, è controindicato a chi soffre troppo il caldo, alle persone nervose e molto magre Essendo inoltre ricca in proteine le persone che soffrono di uricemia e gotta ne devono fare un uso moderato.
Sabato – Mais – Saturno
Saturno, dal carattere serio, si adatta bene al giorno del Sabato nel quale bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere e a oziare un po' dopo un'intensa settimana.
Originaria del Messico, simbolo del Sole, del Mondo e dell'Uomo, il mais è stato per secoli alla base dell'alimentazione di quei popoli nonché degli abitanti della nostra pianura padana e delle genti pedemontane. Per questo motivo al mais è stata attribuita la responsabilità di malattie e malnutrizione che affliggevano queste popolazioni. Effettivamente meno proteico del frumento e dell'avena, questo cereale viene soprattutto consumato sotto forma di farine per confezionare polente e, in minima parte, dolci particolari.
E' indicato alle persone eccitabili, nervose, che soffrono di ipertiroidismo, in quanto rallenta la funzionalità tiroidea e quindi il metabolismo e il ricambio.
Attenzione infine che la farina integrale di mais si ossida rapidamente e questo ne altera il gusto. Per ottenere quindi delle buone polente è necessario utilizzare farina integrale di mais macinata di fresco.
“Il cucchiaio verde”, AA.VV. Giunti Demetra edizioni.
"Alimentazione e Scienza spirituale", Udo Renzenbrink ed. Natura e cultura
22 nov 2009
La scoperta di ZOES
Ciao a tutti,
vi posto la descrizione ed il collegamento a questo bellissimo social network.
Zoes è “la zona equosostenibile” e vuole essere un punto di riferimento dove si incontrano persone, istituzioni e realtà interessate ad un futuro equo, ad immaginare un mondo che sappia risolvere positivamente la crisi ecologica, sociale ed economica che stiamo attraversando.
Zoes è uno strumento per favorire la diffusione di stili di vita sostenibili, per mettere in rete i vari modi di fare economia responsabile socialmente e ambientalmente.
È una piattaforma informatica per rendere visibili le tante realtà intorno a noi che già si impegnano per un mondomigliore: consumatori responsabili, reti di mutualità, campagne di azione, produttori, imprenditori, commercianti, associazioni ed enti, amministrazioni ed istituzioni.
È un social network per discutere e far crescere una cultura della sostenibilità e del valore, anche economico, delle relazioni tra persone.
È un modo per scoprire che stili di vita sostenibili vuol dire prima di tutto qualcosa di bello, di utile, di desiderabile.Nasce da alcuni anni di riflessione ed esperienza di realtà impegnate per la costruzione di un mondo migliore, dall'aver studiato cosa si muove sul web, e non solo, anche a livello internazionale.Dall'esperienza positiva di Terra Futura e di altri eventi che fanno rete e mostrano le buone pratiche di sostenibilità ambientale e sociale. Dalle idee della finanza etica e dell'uso responsabile del denaro.
Ci teniamo che Zoes sia uno strumento e sia quindi il più possibile aperto al contributo di tutti. Per questo è stato pensato in modo che siano gli utenti a generare ed animare la comunità virtuale e la maggior parte dei contenuti informativi:sarà tanto più interessante quanto più vi sarà partecipazione e sarà sempre più efficace via via che verrà popolato da chi si vuole impegnare anche attraverso questo strumento.
I principi a cui si ispira Zoes sono riassunti nella Carta dei principi
Zoes è anche Una rete sociale ... che altro non è se non un sistema di social network per creare una community online dove individui e gruppi dialogano e si incontrano secondo criteri di affinità, competenze e difinalità comuni.
Buonmercato una piattaforma di e-commerce che privilegia l’acquisto solidale e collettivo nel rispetto dell’ambiente, del prezzo trasparente e della responsabilità sociale.
Zoes Orienta un sistema di georeferenziazione che permette di mappare le realtà registrate e le loro iniziative, come risaultato di una ricerca effettuata con criteri geografici, merceologici, tematici,semantici e di relazione con altri soggetti.
Zoes in Azione una serie di strumenti per mappare iniziative, attivare e diffondere campagne, creare gruppi d'interesse e massa critica per unire le forze e cambiare in meglio la propria comunità.
10 canali tematici Ambiente & Costruire, Cibo & Agricoltura, Energia & Ecoefficienza, Finanza & Risparmio, Produzione & Responsabilità, Saperi & Comunicazione, Diritti & RetiSociale, Politica & Partecipazione, Viaggio &Ospitalità, Salute & Benessere per permettere agli utenti e ai visitatori di Zoes di orientarsi con maggiore facilità nella propria zona equosostenibile.
Wikizoes Una scrivania contemporanea a disposizione degli “abitanti”di zoes (utenti profilati) che possono contribuire a proporre e scrivere contenuti utilizzando la modalità aperta e condivisa propria dei wiki.
14 nov 2009
L’ambiente si salva a partire dal piatto
Nel suo studio scritto con Jeff Anhang, Livestock and climate change , attribuisce al bestiame la “colpa” del riscaldamento climatico. In che senso?
Semplice: il bestiame, e i prodotti ad esso collegati, producono almeno 32.564 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno. Cioè il 51% delle emissioni mondiali di gas responsabili dell’effetto serra.
Ma com’è possibile? Quali dati utilizzate?
Siamo partiti da uno studio della Fao del 2006: un buon punto di partenza, che già assegnava al bestiame la “responsabilità” del 18% delle emissioni. Ma abbiamo notato che c’erano quantità immense di Co2 che erano state omesse, sottostimate o assegnate ad altri “settori”. Se si somma invece il ciclo vitale e la “catena” che porta i prodotti di origine animale sulle nostre tavole, si raggiunge il 51%.
Sta dicendo che la nostra passione per bistecche e hamburger sta uccidendo il pianeta?
So che è difficile da pensare, specie mentre si cammina vicino a un pascolo sulle Alpi. Ma la fonte chiave, e in gran parte sconosciuta, di gas serra sono proprio i 56 miliardi di animali allevati ogni anno in tutto il mondo, per trarne cibo. Se si moltiplica la superficie di terra necessaria a ogni animale di terra, il suo respiro e le altre emissioni che produce per il numero degli animali allevati, si ottiene una quantità di Co2 che lascia a bocca aperta.
Sarà, ma l’uomo alleva bestiame da millenni. Perché il problema sorge ora?
Il punto sono alcune economie emergenti. I benestanti, in Paesi come Cina e India, erano abituati a mangiare cibi tradizionali, a bassa percentuale di calorie di origine animale. La crescita di domanda di quei Paesi per prodotti animali non è inevitabile: dipende dal trasferimento di cultura occidentale e del falso mito che dice che i prodotti animali fanno bene e devono essere forniti su larga scala.
Colpa della globalizzazione, insomma?
No, l’internazionalizzazione sarà utile nel momento in cui il mito della bontà dei prodotti animali sarà sostituito dal fatto che ci sono alternative migliori: altrettanto buone, più salutari e migliori per il pianeta. Le diete tradizionali di Cina e India sono molto più “ecosostenibili” delle diete occidentali, che ora sono ampiamente promosse in quei due Paesi.
Lei scrive che “sostituire prodotti di origine animale con alternative migliori sarebbe la strategia migliore per invertire il cambiamento climatico”. Per salvare il mondo dovremo diventare vegetariani?
Nello studio noi abbiamo solo valutato l’area di rischio ambientale, e abbiamo sviluppato delle raccomandazioni su come trattare quel rischio. Chi raccomanda il vegetarianesimo di solito pensa che i propri valori etici debbano essere adottati dagli altri. Noi non parliamo di valori etici, ma raccomandiamo di adottare la soluzione migliore per fermare il riscaldamento climatico.
Allora i soldi spesi, ad esempio, per lampadine a basso consumo sono sprecati?
No: ma quelle sono soluzioni più care e con effetti più a lungo termine di quella che suggeriamo.
Il cibo, però, è anche cultura. Vada ad esempio a Firenze a dire di cucinare una fiorentina di soia...
Chiaramente le persone creano delle abitudini sul cibo. Ma quelle abitudini sono fortemente indotte da misure fiscali e di marketing. In ogni Paese - prenda la Cina - si vede che fisco e pubblicità possono stravolgere le abitudini alimentari in pochi anni. Se ci sono alternative migliori, è possibile dunque “indurne” il consumo. Certo, senza politiche per promuoverle questo cambiamento sarà molto difficile.
Questo costerebbe molto alle aziende...
Al contrario. Alcune aziende stanno già guadagnando bene con prodotti alternativi che hanno sapore simile, ma sono più facili da cuocere, meno cari e più sani. Ad esempio, “carne” di soia o seitan, o latte, formaggi e gelati di riso o soia. Altre sono già state colpite dagli effetti del cambiamento climatico - effetti destinati ad aumentare, se non si cambia rotta.
Cresce però lo scetticismo sull’esistenza del riscaldamento globale, e sul fatto che sia creato dall’uomo. Vale la pena cambiare le nostre abitudini alimentari?
Cambiare fonti d’energia e il modo di usarle comporta molte novità nella vita delle persone, è costoso e porta benefici solo a lungo termine. Ma il cambiamento climatico minaccia davvero le nostre vite. Provare un nuovo tipo di cibo, saporito, economico e sano, è qualcosa che la gente farebbe anche senza minacce, perché è divertente. Invertire i cambiamenti climatici è “solo” il più importante beneficio di una scelta che, per aziende e consumatori, ne ha molti altri. Senza parlare della riduzione della carenza di cibo e acqua nel mondo: per allevare animali servono quantità di cereali e acqua che con la nostra strategia sarebbero disponibili agli uomini.
Ci scusi: ma lei per primo mangia solo alimenti “non animali”?
Se non lo facessi sarei ipocrita. Ma quel che conta di più non è ciò che mangiamo oggi, ma quello che mangeremo da domani.
9 nov 2009
Per il 54% degli italiani il cibo locale batte le grandi marche, lo dice un’indagine Coldiretti
Secondo la Coldiretti, la crescente attenzione alla difesa del tessuto produttivo legato al territorio nazionale è avvalorata anche dal fatto che un terzo degli italiani acquista regolarmente prodotti di originecontrollata e protetta e ben il 97% è d’accordo sulla necessità di indicare sempre il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti.
L’agricoltura italiana vanta la leadership nei prodotti tipici, con 182 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, senza contare le 4.471 specialità tradizionali censite dalle Regioni
8 nov 2009
Come si partecipa al Gasilario
Come "funziona" il Gasilario (generale)
Il funzionamento di un gruppo d'acquisto è in ogni caso abbastanza semplice e tipico.
I partecipanti definiscono in primo luogo una lista di prodotti su cui intendono eseguire gli acquisti collettivi. In base a questa lista di prodotti si individuano i possibili fornitori.
Il Gasilario privilegia per quanto possibile i piccoli produttori, preferibilmente locali, le produzioni biologiche, stagionali, artigianali, etiche e ed ecologiche in termini di materie prime (es. per i prodotti non alimentari), di imballaggi (ridotti) e di incidenza ambientale del trasporto.
In generale, un rapporto diretto e continuativo con il fornitore e l’acquisto di gruppo comportano dei vantaggi reciproci su vari fronti: rapporto di fiducia, sinergie positive e condivisione di informazioni utili, miglior programmazione (dei consumi e della produzione), riduzione dei costi, dell’incidenza trasporti, e degli imballaggi.
Individuato il fornitore, con una determinata periodicità le diverse famiglie o persone compilano un ordine, e quindi gli ordini vengono raccolti e sommati per definire un ordine di gruppo che viene trasmesso al produttore.
Quando arriva la merce dal produttore questa è ricevuta in un unico punto e più o meno temporaneamente stoccata. Viene poi suddivisa tra le famiglie e ognuno paga per la sua parte.
Molti gruppi come il nostro funzionano senza spaccio né magazzino, attraverso la disponibilità di persone che – anche a turno - accettano di tenersi in casa la merce fino a quando gli altri non la ritirano.
Il Gasilario rientra tra quei tipi di gruppo che individuano al proprio interno un referente (diverso per ogni fornitura) che segue tutte le fasi dell'acquisto: raccolta e trasmissione degli ordini, ritiro della merce e distribuzione, raccolta soldi e pagamento.
Risulta chiaro che si prende parte utilmente ad un GAS come il nostro se animati da un certo grado di disponibilità a impegnare una parte anche minima del proprio tempo a favore degli altri.
Per fare un esempio reale del funzionamento descritto: ogni due settimane ordiniamo i prodotti ortofrutticoli freschi, fornitura che interessa la maggior parte dei membri del gruppo. Abbiamo individuato insieme una cooperativa agricola locale che accoglie e impiega persone con disabilità e che produce e vende esclusivamente prodotti biologici (certificati) di stagione.
Una persona di noi si è presa il compito fisso, attraverso l’uso della posta elettronica, di comunicare a tutti l’apertura dell’ordine qualche giorno prima della data prevista, ricevere gli ordini di ciascuno, predisporre l’ordine complessivo del gruppo e inoltrarlo, prendendo contatto con il produttore per la consegna. Riceviamo i prodotti l’indomani in un unico punto di raccolta, presso l’indirizzo di un nostro membro, già suddivisi, con il nominativo di ciascuna famiglia applicati sulle cassette insieme al relativo scontrino fiscale. Facciamo l’ordine il martedì, ogni due settimane e si tratta della fornitura con il maggior grado di frequenza.
L’approvvigionamento di altre tipologie di prodotti, come i secchi o i non alimentari, ha tendenzialmente cadenze molto più diluite nel corso dell’anno e determina quindi un minore onere organizzativo a chi se ne deve occupare.