24 dic 2009

Buon Natale consapevole!

Approfitto del Blog di Gasilario per fare a tutti i più sinceri auguri di buonissime feste!


Come sempre però voglio lanciarvi qualche spunto di riflessione su quello che ci sarà nei vs piatti questa sera.

In particolare vorrei parlare di Salmone che è uno dei pesci che più si utilizzano nella cena della Vigilia.
Il salmone è il pesce che maggiormente l'uomo alleva, il rapporto è di 85 a 1 rispetto al pescato.
Nella maggior parte degli allevamenti, anche quelli biologici, ai pesci viene somministrata una tintura per ricreare il colorito roseo dello stato brado, un colorito che i salmoni hanno mangiando gamberetti e altri crostacei. I Carotenoidi aggiunti alla dieta di questi pesci sono la astaxantina e la cantaxantina (E161) che l'industria chimica ottiene sotto forma sintetica. Si pensa che queste sostanze possano avere effetti negativi sulla retina tant'è che l'unione europea ne ha ridotto drasticamente i limiti d'uso, mentre il governo americano obbliga sulle confezioni di salmone di aggiungere la scritta "con coloranti".


Altro problema degli allevamenti di salmone sono i pidocchi di mare. Tralasciando i veleni che in passato si sono utilizzati per contrastarli parliamo subito di quelli ammessi oggi: la cipermetrina, un veleno neurale cancerogeno che uccide le aragoste nello stato larvale e tutti i pesci nell'arco di 10km, il teflubenzurone che venendo espulso al 90 % nelle feci dei salmoni ha effetti nocivi su gamberi, granchi e aragoste, l'ivermectina una neurotossina, il benzoato di emamectina e il verde malachite. Bastano? No perchè l'elenco in realtà non finisce qui la formalina, per esempio, è un disinfettante utilizzato in tutti gli allevamenti ittici mondiali e contiene nella sua struttura il 37% di formaldeide che ha noti effetti cancerogeni sull'uomo. Ricordo che questi sono prodotti che vengono utlizzati in allevamenti in paesi dove esiste una legislazione e un controllo sugli allevamenti, ma se ci spostiamo nella smpre più vicina Asia...cosa usano in quegli allevamenti? Per capirci i cinesi producono il 70% del pesce allevato del mondo.


Ultimo aspetto da analizzare è l'allevamento come habitat: questi imponenti animali sono racchiusi in gabbie sovrafollate,

lo scoppiare di un'epidemia sarebbe economicamente rovinoso per gli allevatori che, per prevenire tutto ciò, utilizzano una massiccia dose di antibiotici. Dove vanno a finire dopo la mattanza quegli antibiotici? Dritti nei piatti di consuma quella carne!


Se volessimo si potrebbe anche fare una veloce analisi di impatto ambientale di questi allevamenti ma non vorrei troppo stancarvi.
Ciao a tutti



19 dic 2009

Prodotti a base di cereali nel menù di 100.000 anni fa

La dieta degli uomini primitivi potrebbe essere stata più sofisticata di quanto ipotizzato finora. In particolare, il rapporto tra uomini e cereali è iniziato prima del previsto.

Questo è quanto emerge da una ricerca dell'Università di Calgary (Canada), diretta da Julio Mercader.

Nel 2007, Mercader e la sua squadra hanno esplorato una cava della regione del Lago Niassa, nel Mozambiconordoccidentale. Nel loro lavoro sul campo, gli studiosi canadesi sono stati affiancati dai colleghi dell'Università delMozambico.

La loro indagine ha così portato alla luce numerosi reperti, testimonianze del menù degli Homo Sapiens della zona, circa 100.000 anni fa.

Sicuramente, gli antichi africani mangiavano carne (gusto testimoniato dalle ossa) ma, sopratutto, mangiavano vegetali. Palma, falsa banana ("Enset ventricosum"), piselli ("Cajanus cajan") e una radice, la patata africana: tutti conosciuti, e tutti gustati.

E poi, la scoperta inattesa rappresentata dal sorgo selvatico, antenato del cereale usato nella moderna Africa sub-sahariana come base per pappe simili al porridge, forme di pane e tipi di birra.

La squadra di Mercader è arrivata a tale conclusione dopo aver individuato pietre, strumenti per lavorare il sorgoselvatico, e che ancora oggi presentano traccie di amido.

Spiega Mercader: "Il risultato retrodata notevolmente l'inizio dell'utilizzo dei semi da parte delle specie umane e rappresenta una prova di una dieta estesa e sofisticata molto prima di quanto ritenuto. Ciò avvenne durante la media Età della pietra quando la raccolta di cereali selvatici è stata percepita come attività irrilevante se non altrettanto importante di radici, frutti e frutta secca".

Per il ricercatore ed i suoi compagni, i ritrovamenti della cava nella regione del Niassa consentono di fare luce sui meccanismi nutrizionali dell'evoluzione. La possibilità di ottenere con regolarità prodotti ricchi di amido "Migliorò la qualità della dieta nelle savane e nelle foreste africane, in cui si è evoluta la prima linea di esseri umani moderni".

In conclusione, sintetizza Mercader, la presenza stabile dei prodotti a base di cereali nel nostro piatto "L'inclusione dei cereali nella nostra dieta è considerato un passo importante in virtù della complessità tecnica della manipolazione culinaria richiesta per convertire i cereali in alimenti".


Matteo Clerici

12 dic 2009

ECOsia

Ciao a tutti,
Di recente ho iniziato a utilizzare un motore di ricerca che salva 2 m² di foresta pluviale ogni ricerca effettuata. I risultati di ricerca sono buoni come quelli di Google o Yahoo ed è gratuito.
l'indirizzo è: www.Ecosia.org
Finora, Ecosia ha salvato 1,533,538 m² di foresta pluviale!
Date un'occhiata e diffondetelo il più possibile

Il video spiega come funziona:

6 dic 2009

Verbale riunione del 03/12/2009

Giovedì sera alla fine eravamo pochi intimi, 7 persone, ma la riunione è stata molto proficua in termini di pianificazione e nuove disponibilità.
Sono previste prossimamente le aperture di nuovi ordini: carne chianina biologica e birra artigianale. Riapertura degli ordini di agrumi e cereali bio.
I partecipanti al gruppo possono visionare il verbalino della riunione archiviato nel nostro spazio di servizio (accesso su yahoogroups).

Verso Copenaghen. Cibo giusto per il clima

Per far scendere a poche centinaia di kg (dalle quasi 2 tonnellate medie di oggi...) le emissioni annue individuali di gas serra relative all'alimentazione, abbiamo in precedenza visto l'importanza della scelta vegetariana, della scelta del biologico, del cibo locale, della minimizzazione degli imballaggi.

Rimane da vedere come e perché evitare il "trasformato", il "supermercato", il "rifiutato" ecc. Ecco qua.

Il cibo trasformato, il raffinato, il mixato... Il massimo dei cibi trasformati sono i cibi pronti (quinta gamma): per intenderci, cannelloni ripieni e dintorni. Oltre agli ingredienti, essi incorporano una grande quantità di energia, che è stata necessaria ad assemblare in un dato luogo le materie prime e gli imballaggi, a cuocere, a congelare, a trasportare con celle frigorifere fino ai supermercati, e poi nelle case a scongelare (e quali grossi frigoriferi richiede la tendenza a comprare tutto fatto?) e poi riscaldare...

Una perversione ulteriore è il cibo (o bevande) pronto proveniente da chissà dove con tutto il suo imballaggio. Ci viene in mente il vino dal Cile in bottiglia di vetro... Ma con meno enfasi, anche le lenticchie già bollite nei vasetti sono più onerose per l'ambiente rispetto a un pacchetto di legumi secchi. E in fondo, anche i cereali raffinati richiedono una fase di trasformazione in più... per darci qualcosa di meno nutriente! Morale: integrale, purché bio, è meglio per la salute e salva energia.

E quanto ai fuori stagione, potranno non essere trasformati preraccolto, ma comportano un notevole consumo di energia nella fase precedente: per riscaldare le serre, o per trasportarli da lontano (v. dunque la rubrica della scorsa settimana). Le stagioni non sono un'opinione (anche se con l'effetto serra cominciano a confondersi davvero). Quanto alla trasformazione a domicilio, attenzione all'eccesso di elettrodomestici... ci sono delle cucine che paiono officine meccaniche dal rumore. Centrifughe, grattugie elettriche, frullatori e mixer contribuiscono ai nostri consumi elettrici (in genere di origine fossile,0 in Italia). Minimizziamoli.

Infine, elogio del crudismo parziale: il 5% del consumo totale di energia proveniente dal settore agroalimentare è legato alla cottura. Anche i crudisti - anche parziali, ed è tutta salute - aiutano di più il clima!

Il cibo "supermercato". Una ecoclassifica dei luoghi dove si acquista qualcosa vedrebbe al primo posto... il magazzino del produttore se ci si va in...bici o treno o se è vicino a casa, il punto di stoccaggio del gruppo d'acquisto, il mercatino rionale sfuso, il negozio di quartiere e via via fino al supermercato, una struttura molto impattante al di là di quel che vende. In Inghilterra hanno calcolato che un supermercato consuma in media 113 kWh all'anno per metro quadrato.

E' che deve essere riscaldato, illuminato, raffrescato, e poi ha frigoriferi aperti, congelatori, e quando è lontano dalle abitazioni, ai consumi di carburante dei camion che portano la merce sugli scaffali si sommano quelli delle auto degli acquirenti. Per non dire della cementificazione che queste strutture provocano; e più cemento - per produrre il quale oltretutto si emette parecchia CO2 - meno suolo ad assorbire carbonio. E per non dire del fatto che sono i supermercati a buttare via tantissimo cibo buono, per falle nelle confezioni o per prossime scadenze. Se c'è la possibilità, scegliamo dei luoghi d'acquisto leggeri per il nostro cibo quotidiano!

Il cibo "rifiutato"...Scandalo degli scandali in un mondo affamato (oltre un miliardo di persone si sveglia e lavora e va a letto senza mangiare abbastanza) , sia i venditori che i consumatori, di cibo ne buttano via tantissimo. Ognuno può fare il calcolo: quante volte non si fa una programmazione precisa degli acquisti e delle preparazioni? quante volte i bambini - e gli adulti - avanzano nel piatto di casa o di mensa? Poi ci sono i residui di cucina, i rifiuti organici.

Se una persona che getta 75 kg all'anno fra scarti organici e cibo, e se il 50% di questo va in discarica (perché non c'è raccolta dell'umido), quegli oltre 30 kg producono oltre 100 kg di gas serra fra metano e anidride carbonica... anche considerando che adesso le discariche recuperano buona parte del metano! In discarica poi vanno a finire anche gli imballaggi alimentari non riciclati, come carta e cartone, e anch'essi producono metano... Ergo: minimizzare gli imballaggi (come già detto) e anche gli scarti (se si mangia bio, dicevamo in una rubrica tempo fa, possiamo consumare anche i torsoli e le bucce, spesso buonissimi) e trasformarli in compost. E chi va al ristorante porti una di quelle utilissime vaschette da frigo per asportare gli eccessi.

Dunque, in conclusione...Comprare in gran parte: alimenti integrali come cereali, legumi secchi, frutta in guscio, frutti, semi, il tutto conservato e venduto a temperatura ambiente; frutti e ortaggi freschi provenienti da produttori locali e sfusi. Scrive Chris Goodall nel suo prezioso testo How to Live a Low Carbon Life: "Se si adottasse una dieta vegetale, biologica, con alimenti locali il più possibile (niente bio-global!), integrali, in gran parte non trasformati e non imballati, venduti a temperatura ambiente, evitando inoltre i supermercati, insomma materie prime dal produttore al consumatore, e poi si compostassero i residui il costo climatico del cibo scenderebbe a 350 kg l'anno o meno". Ancora meno se eviteremo di usare tanti elettrodomestici e lunghe cotture domiciliari e se ridurremo quasi a zero i rifiuti alimentari.

Marinella Correggia

www.greenreport.it





5 dic 2009

Rifiuti Zero - dibattito presso il teatro Due di Parma - Lun 14/dic/2009




RIFIUTI ZERO
Sogno idealistico o goal realizzabile?

“Considerate questo: le formiche del Pianeta, nell’ insieme,
hanno una biomassa maggiore di quella degli esseri umani.
Sono state incredibilmente industriose per milioni di anni,
tuttavia la loro produttività nutre le piante, gli animali e il suolo.
L’ industria umana ha funzionato a pieno regime per poco
più di un secolo e in questo pur breve lasso di tempo ha
rovinato praticamente tutti gli ecosistemi della Terra.
Non è la natura che ha un problema di progettazione.
Siamo noi.”

dibattito aperto con esperti di fama mondiale

PAUL CONNETT
Professore Emerito di Chimica Ambientale
St. Lawrence University Canton New York
GIANNI TAMINO
Docente di Biologia
Università degli Studi di Padova


per informazioni: 0521.292905
http://www.gestionecorrettarifiuti.it/

Per prenotarsi clicca qui e compila il modulo

3 dic 2009

SupportMFM Home


Mi spiace non esserci stato stasera alla riunione, mi aspetto una bella recensione!
Intanto vi lascio questo link alla pagina di Meat Free Monday del ex Beatles Paul Mcartney. L'idea non è male: il lunedì non mangiamo carne che fa bene a noi e al pianeta... Visitatelo c'è anche una canzoncina un po' patetica purtroppo.

SupportMFM Home

Meat Free Monday is an environmental campaign to raise awareness of the climate-changing impact of meat production and consumption. Many people are unaware that livestock production is responsible for 18% of global greenhouse gas emissions – that’s more than the entire transport sector.

On this website you will find good information about how food affects climate and updates about our campaign, as well as delicious alternatives to meat-based meals.

You can also find out how to talk to other supporters, sign up to our newsletter and pledge to do your bit by having one meat-free day a week.

In the future we are all going to have to change the way we eat. We believe that it is possible to do things like changing our diets with a sense of optimism, joy and the satisfaction that you are really helping to make a difference in the world.

Please join our campaign and encourage others to do the same.

Paul, Stella and Mary McCartney

2 dic 2009

I menù per un Natale ........... "cruelty-free"

Qualche spunto per un Natale "cruelty-free".

da http://www.vegan3000.info/

Il primo menù è pensato per un pasto "casalingo", per una famiglia allargata, numerosa e rumorosa; più che puntare alla ricercatezza dei piatti, che in questo caso forse sarebbe stata svalutata, abbiamo voluto scommettere sul gusto. La nostra proposta, quindi, è più rustica, anche se impreziosita da piccoli tocchi di raffinatezza. Alcune ricette richiedono un po' di lavoro manuale e di tempo per essere eseguite, buon motivo per coinvolgere i parenti nella preparazione!

Il secondo menù è concepito per un'occasione più formale, dedicandolo per esempio a chi deve fare bella figura con amici e parenti, magari perfino con i suoceri. I piatti sono più ricercati, ma la preparazione è semplice, non laboriosa: sono proprio gli ingredienti, pochi ma buoni, a dare valore ai piatti proposti.

Ciascun menù, pensato per 8 persone, è composto da un antipasto, un primo, un secondo e due contorni; il dolce è in comune, ma se cercate qualche idea in più potete attingere da un più vasto repertorio qui e qui. In entrambi i menù, sono stati evitati ingredienti troppo strani o costosi per non dare l'idea che il veganismo sia roba da ricchi... sappiamo che non è così!

A tutti voi, buon divertimento in cucina, buone feste e buon appetito!



MENU' RUSTICO

* Crostini con cannellini ai funghi
* Gnocchi di zucca con crema di radicchio
* Scaloppine pasticciate ai funghi
* Insalata di rinforzo e fritto misto alla romana
* Muffin al sapore di panettone


Crostini con cannellini ai funghi

24 fette di pane tipo baguette
500 g di fagioli cannellini già cotti
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di crema di funghi
1 cucchiaino raso di sale


Tostate le fette di pane nel forno, o in una padella con un filo d'olio.
Frullate col minipimer 1/4 dei cannellini e unite il sale; cospargete il pane con la crema di cannellini.
Mescolate i cannellini interi, caldi, con la crema di funghi, aggiustate di sale, distribuite sulle fette di pane e servite.


Gnocchi di zucca con crema al radicchio

500 g di zucca già pulita, compatta
500 g di patate a pasta gialla
350 g di farina 00
1 pizzico di sale

Per la crema:
2 cespi di radicchio
1/2 cipolla rossa piccola
1 cucchiaio di aceto balsamico
2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
1 pizzico di sale


Riscaldate il forno a 200°C.
Tagliate la zucca a dadi di circa 1 cm e poneteli su una teglia foderata di carta forno per 25 minuti, o finché saranno morbidi.
Nel frattempo lessate in acqua leggermente salata le patate con la buccia; quando saranno cotte (circa 25 minuti) scolatele e sbucciatele.
Passate entrambe le verdure al passaverdura, mescolate le puree e aggiungete la farina e il sale. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e nel frattempo mettete sul fuoco l'acqua di cottura.
Formate dei salsicciotti con l'impasto, staccatene dei piccoli pezzetti e arrotondateli con le mani per formare gli gnocchi; cuoceteli nell'acqua salata, pochi per volta, scolandoli quando torneranno a galla.

Per la crema di radicchio:
Tritate finemente la cipolla e fatela ammorbidire nell'olio; aggiungete il radicchio lavato e pulito e tagliato a striscioline.
Quando il radicchio si sarà ammorbidito, aggiungete l'aceto, aggiustate di sale e frullatene i 2/3. Condite gli gnocchi con la crema ottenuta e con le strisce di radicchio ancora intere.


Scaloppine pasticciate ai funghi

800 g di seitan tagliato in 16 fette
farina 00
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
300 g di champignon, già trifolati

Per la salsa:
1 bicchierino da caffé di lievito alimentare in polvere
1 bicchierino da caffé di farina 00
4 bicchierini da caffé di acqua
1/2 bicchierino da caffé di margarina 100% vegetale
1/2 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di aglio in polvere
1 cucchiaino raso di senape

Riscaldate l'olio in una padella.
Infarinate bene le fette di seitan, eliminate la farina in eccesso e fatele rosolare da entrambi i lati per qualche minuto.
Tenetele da parte.

Per la salsa:
Mescolate gli ingredienti (tranne senape e margarina) in un pentolino.
Aggiungete l'acqua, poca per volta, mescolando con una frusta per non formare grumi e fate cuocere a fuoco medio, sempre mescolando, finché sarà denso.
Spegnete il fuoco, aggiungete la senape e la margarina e mescolate finché il tutto sarà liscio e omogeneo.

Condite le scaloppine con la salsa e con i funghi trifolati.


Insalata di rinforzo
Deve essere preparata qualche ora prima.

1 cavolfiore
1 barattolo di sottaceti misti
200 g di olive verdi snocciolate
200 g di olive nere snocciolate
2 cucchiai d'olio d'oliva
1 cucchiaio di aceto bianco
1 pizzico di sale


Pulite il cavolfiore eliminando le foglie, lavatelo e dividetelo in cimette. Lessatelo in abbondante acqua leggermente salata, scolatelo quando è al dente e tenetelo da parte a raffreddare.
Mescolate il cavolfiore con gli altri ingredienti e condite con l'aceto, l'olio e il sale.


Fritto misto alla romana

4 carciofi
1 broccolo romanesco (o siciliano)
2 mele golden
abbondante olio di semi di arachidi

Per la pastella:
250 g di farina 00
200 g di birra chiara
1 pizzico di sale

Preparate la pastella versando la birra, poco per volta, sulla farina e mescolando con una frusta perché non faccia grumi. Aggiungete il sale e conservate in frigorifero fino al momento di utilizzarla (almeno per un'ora).
Pulite il broccolo romanesco, dividetelo in cimette e sbollentatelo per qualche minuto, lasciandolo al dente.
Pulite i carciofi togliendo le foglie esterne, la parte esterna del gambo e la parte superiore delle foglie, e lasciateli a bagno in acqua e limone.
Sbucciate la mela, togliete il torsolo e tagliatela, in orizzontale, a fette spesse 1/2 cm.
Quando l'olio è caldo, dividete il carciofo in 8 spicchi, impastellate e sgocciolate bene tutti gli ingredienti e friggeteli finché sono croccanti e coloriti.
Servite subito.



MENU' RAFFINATO

* Piccoli strudel di verdure
* Risotto allo spumante con mele verdi
* Seitan al pepe verde
* Insalata delicata
* Verdure al gratin con besciamella ai funghi
* Muffin al sapore di panettone


Strudel di verdure

2 confezioni di pasta sfoglia vegan, fresca e rettangolare
500 g di funghi misti surgelati
250 g di spinaci surgelati
1 mazzo di asparagi
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
Sale


Fate appassire in padella, separatamente, i funghi e gli spinaci con un cucchiaio d'olio e un pizzico di sale.
Pulite gli asparagi, eliminate la parte dura del gambo, tagliateli a rondelle e cuoceteli in un cucchiaio d'olio finché saranno morbidi. Aggiustate di sale.
Stendete la sfoglia, distribuitevi le verdure, arrotolate la pasta, spennellate d'olio la superficie e incidetela con un coltello.
Infornate a 200°C per circa 20 minuti o finché la pasta sarà dorata.


Risotto allo spumante con mele verdi

600 g di riso Carnaroli
1 litro di brodo vegetale
750 ml di spumante dolce
1 cipolla rossa piccola
2 mele Granny Smith
4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva


Sbucciate la mela, tagliatela e tritatela finemente; fate lo stesso con la cipolla e ammorbiditele entrambe nell'olio ben caldo stando attenti a non bruciarle.
Aggiungete il riso e mescolate perché si insaporisca; dopo un paio di minuti sfumate con lo spumante e continuate la cottura aggiungendo lo spumante alternato al brodo caldo, finché il riso sarà cotto.


Seitan al pepe verde

800 g di seitan in 16 fette
200 ml di panna di soia
4 cucchiai di pepe verde in salamoia
4 cucchiai di senape
4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
60 ml di brandy
1 pizzico di sale


Sgocciolate e schiacciate il pepe verde; premetevi le fette di seitan e rosolatele nell'olio caldo per qualche minuto.
Togliete le fette dalla padella e versatevi il brandy, la senape, la panna e il sale e fate addensare la salsa.
Rimettete il seitan in padella, fate insaporire e servite caldo.


Insalata delicata

400 g di valeriana
2 pere
100 g di noci sgusciate
4 cucchiai di riduzione di aceto balsamico
1 pizzico di sale
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva


Spezzettate le noci non troppo finemente; sbucciate la pera e tagliatela a dadi; unite il tutto alla valeriana ben pulita e cospargete con l'aceto balsamico, l'olio e il sale.


Verdure al gratin con besciamella ai funghi

1,5 kg tra cavolfiore, broccolo siciliano, finocchio e zucca

Per la besciamella:
100 g di farina 00
100 g di margarina
1 litro di latte vegetale
2 cucchiaini rasi di sale
1 spolverata di noce moscata
1 spolverata di pepe
300 g di funghi champignon, già trifolati

Per gratinare:
2 cucchiai di margarina
2 cucchiai di pangrattato
1 cucchiaio di lievito alimentare in polvere


Pulite bene le verdure, tagliate il cavolfiore e il broccolo siciliano a cimette, la zucca a dadi e il finocchio in spicchi. Sbollentate tutto in acqua leggermente salata, scolate le verdure al dente e tenetele da parte a sgocciolare.
Preparate la besciamella sciogliendo la margarina in un pentolino, unendo la farina e aggiungendo il latte a filo senza formare grumi. Unite il sale, il pepe, la noce moscata e infine i funghi champignon.
Versate la besciamella sulle verdure, disponetele in una pirofila, cospargete di pangrattato, lievito e fiocchetti di margarina, e infornate a 200°C per 30 minuti circa. Poi accendete il grill per 10 minuti per far formare una crosta croccante e servite.


Muffin al sapore di panettone

500 g di farina 00
20 g circa di cremortartaro
350 g di uvetta
150 g di canditi (arancia e cedro)
200 g di zucchero di canna
100 g di olio extravergine d'oliva
100 g di olio di semi di mais
180 ml di latte vegetale
aroma di arancia

Per la glassa:
80 g di zucchero a velo
1 cucchiaino d'acqua


Riscaldate il forno a 190°C.
Setacciate la farina e il cremor tartaro in un contenitore capiente.
Unitevi l'uvetta e i canditi e mescolate.
A parte, sciogliete lo zucchero nel latte, unite l'aroma di arancia e i due olii vegetali e mescolate bene.
Quando il forno è caldo, versate gli ingredienti liquidi su quelli solidi, amalgamateli senza mescolarli troppo, versate l'impasto negli stampini da muffin e infornate per circa 25 minuti.
Quando saranno cotti, spegnete, aprite leggermente lo sportello e lasciatevi i muffin in forno ancora per 5 minuti.

Preparate la glassa:
Mescolate l'acqua allo zucchero, dovete ottenere una crema liscia ma consistente.
Spalmatela in uno strato sottile sui muffin, e lasciate solidificare all'aria aperta.

1 dic 2009

Tavola Rotonda “IL PREZZO E' GIUSTO?” Sabato 12 dicembre 2009



L'associazione Produttori biologici e biodinamici dell'Emila Romagna invita i partecipanti ai GAS della rete di Reggio Emilia:

Sabato 12 Dicembre 2009 alle Ore 14.30
in Via A. Gualerzi, 40 - Mancasale - Reggio Emilia
c/o l'Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale, Tutela dei Consumatori
della Provincia di Reggio Emilia

Il 26 settembre, in occasione del 1° Meeting dei GAS della Provincia di Reggio Emilia, parlando con rappresentanti di diversi gruppi di acquisto, è emerso un vivo interesse ad affrontare con i produttori biologici un tema caro ai consumatori organizzati in GAS: il prezzo giusto.
La tavola rotonda nasce con l'obiettivo di parlare di “prezzo giusto” partendo da cosa significa per un produttore esplicitare un prezzo trasparente, in modo da trovare definizioni condivise di questo concetto ed individuare un linguaggio comune fra i due attori della filiera corta: le aziende agricole biologiche ed i consumatori riuniti nei GAS.
Pro.B.E.R. è ben consapevole dell'importanza del prezzo, soprattutto in questi momenti di crisi, per i consumatori, ma è anche conscia delle difficoltà economiche in cui si dibattono i produttori agricoli che devono affrontare un forte aumento del costo delle materie prime a fronte di prezzi di vendita stabili o, in molti casi, in calo.
L'incontro è volto a capire se è possibile identificare nuove strade da percorrere assieme partendo dal prezzo giusto/trasparente, attivando così relazioni significative, anche economiche, che consentano buoni prezzi ai consumatori ed un'equa retribuzione agli agricoltori.
I relatori spiegheranno in che modo vengono fissati i prezzi dei prodotti venduti/acquistati dalle loro realtà attraverso presentazioni, ognuna delle quali avrà durata di circa 15 minuti. Seguirà poi un dibattito , facilitato dal dott. Enrico Accorsi di Pro.B.E.R..
Parleranno:
1. Goldoni Cesare dell'Az. Biogold (Parmigiano Reggiano)
2. Enea Burani della Coop La Collina di Reggio Emilia (frutta e verdura, pasta, passata di pomodoro e vino)
3. Pietro Ghirardini della Coop La Lucerna (verdura, passata di pomodoro, salse vegetali)
4. Dott. Giovanni Stanzani di Pro.B.E.R. (progetto Mangiocarnebio)
5. rappresentanti di GAS di RE su esperienze condotte direttamente con aziende che hanno applicato criteri di prezzo giusto/trasparente.
Partendo dalla constatazione che per i consumatori “solidali” il prezzo rappresenta solo uno degli elementi di scelta di un prodotto/produttore, se nel corso del dibattito ne emergerà la necessità, verrà presentato uno strumento utile a conoscere le aziende nei loro comportamenti di responsabilità sociale d'impresa, chiamato Valutazione dei Comportamenti Sociali, strumento che è già stato applicato in via sperimentale in alcune aziende del modenese e del reggiano.

Attività realizzata nell'ambito del progetto
“Azioni di supporto rivolte alle aziende agricole biologiche della Provincia di Reggio Emilia Anno 2009”

Riunione del Gasilario giovedì 03/12/2009 ore 21

Il gruppo si riunisce giovedì 03 Dicembre alle ore 21, presso la sede del bocciodromo (a S.Ilario d'Enza in Via Carso 12, vedi mappa) nella saletta riunioni al piano superiore.
Sarà l'occasione di accogliere i nuovi partecipanti per i necessari chiarimenti organizzativi, di parlare dei fornitori e scambiarci informazioni.

Se qualcuno fosse interessato ad unirsi ci faccia sapere qualcsa sul blog o all'indirizzo mail del gruppo (indicato sul fondo pagina).


Visualizzazione ingrandita della mappa

29 nov 2009

Perchè sono Vegetariano


Nella domenica in cui si svolge la "festa della norcineria" a Sant'Ilario mi sento in dovere di dover postare brevemente il percorso che mi ha portato ad essere vegetariano:

- Primo: perchè si mangia carne? Sembra banale ma, a parte casi di malattie particolari, si mangia carne SOLO per appagare un proprio piacere e non una propria necessità fisica (guardate quanto l'Istituto nazionale per la ricerca sugli alimenti e la nutrizione menziona la carne nelle sue linee guida http://www.inran.it/INRAN_LineeGuida.pdf ). Nel 2009 non c'è nessun nutrizionista e nessun medico che si possa chiamar tale che potrà negare che una dieta latto-ovo-vegetariana è nutrizionalmente carente in qualsiasi modo, anzi vi potranno dire che più carne introducete più male vi fate, vedi di segui l'ultimo articolo che ho letto su questa cosa Quotidiano Net - L'appello: "Mangiate meno carne Fa bene al corpo e al Pianeta" oppure vedi questo video di Report Mangia che ti Passa o questo Carne per tutti , guardateli sono seriamente istruttivi.

- Secondo: scusate se vi risulterà estremista ma è la realtà, se mangiar carne è solo per appagare un proprio piacere si UCCIDONO i relativi animali solo per appagare un proprio piacere... perchè oggi non ammazzano i maiali che conciano in piazza a sant'ilario? sarebbe troppo crudele? però tutti se lo pappano con il sorriso dopo...

- Terzo: prima della spinta ambientalista, che illustro dopo, io ho fatto un ragionamento terra terra così riassumibile: in Italia abbiamo tantissime varietà di cereali e legumi che NON conosciamo. Lasciamo perdere i motivi: scopriamo questa miriade di prodotti con i loro relativi utilizzi!

- Quarto: fame e sete nel mondo. L'altro giorno durante il recente congresso farsa della FAO a Roma pensavo che su questo argomento ci sta benissimo la storpiatura di una famosa frase di Kennedy: "prima di pensare quello che loro possono fare per la fame nel mondo, pensa cosa puoi fare tu per la fame nel mondo". Per riflettere :
"L'USDA (Dipartimento di Stato per l'Agricoltura degli Stati Uniti) e le Nazioni Unite dichiarano che utilizzare un ettaro di terra per allevare bovini produce circa 22 kg di proteine. Se invece lo si coltivasse a soia, lo stesso ettaro renderebbe 403 kg di proteine. La zootecnia inoltre spreca preziose risorse idriche. I biologi Paul e Anne Ehrlich fanno notare che per coltivare un kg di frumento servono 200 litri d'acqua, mentre 1 kg di carne richiede dai 20.000 ai 40.000 litri.

Ecco un altro modo di guardare al problema. Secondo il gruppo Vegfarm, un terreno di 4 ettari può "dare da mangiare" a 60 persone se viene coltivano a soia, a 24 se coltivato a frumento, a 10 se a granturco e solo a 2 se utilizzato per l'allevamento del bestiame. Negli USA, riducendo anche solo del 10% la produzione di carne si avrebbe cibo vegetale per sfamare 60 milioni di persone: così stima il nutrizionista Jean Mayer. Sessanta milioni di persone sono la popolazione della Gran Bretagna, una nazione, che, detto per inciso, potrebbe sfamare 250 milioni di persone con un'alimentazione completamente vegetale."


Seguente a questi ragionamenti è nato tutto un discorso ambientalista come avete visto già su questo blog ed è nato nel frattempo anche Gasilario...

28 nov 2009

Cooperativa Agricola La Lucerna


« La storia della cooperativa di agricoltura biologica La Lucerna comincia su queste terre nel 1987. In quegli anni di biologico si parlava in qualche regione d’Europa, poco o niente in dialetto emiliano. Una storia diversa. Un’impresa diversa. Un gruppo di giovani cattolici, uomini e donne, con rapporti interpersonali che si fondano nell’adolescenza in parrocchia e nel volontariato, una visione della vita come pratica di scambio con i poveri. Ci voleva coraggio e l’hanno avuto.

La Lucerna non è un piccolo “paradiso terrestre” con buoni e laboriosi cristiani dentro che, mescolati a figli di un dio minore, danno la loro testimonianza, recintati da siepi ecologiche, dentro la struttura nobile e di antica architettura di una cascina della bassa con il vecchio silos delle granaglie. La Lucerna non è neanche soltanto un esempio. E’ una scelta di vita, un tentativo di stare nel mondo per cambiarlo dall’interno, la ricerca di un equilibrio.»**


Il Gasilario, che è nato come gruppo di persone che spesso non si conoscevano prima, e poco o nulla condividevano, ha trovato un suo primo fulcro comune proprio nel rapporto con questo fornitore, del quale condividiamo la visione e la filosofia.

Le esprimiamo con le parole di Daniele, il nostro referente della Lucerna, in una sua recente mail: "Scegliere un prodotto biologico, così come scegliere di partecipare ad un gruppo d’acquisto, non è a primo avviso una scelta di risparmio, ma è prima di tutto pensare al GUADAGNO che questo porterà alla salute dell’ambiente, dell’ecosistema, alla società, e quindi anche alla propria salute e a quella dei propri figli e delle generazioni future a cui vorremmo consegnare un mondo più pulito, più giusto e solidale."


Ci riforniamo da loro della frutta e verdura biologiche (le famose "biocasse") con periodicità quindicinale.

** frasi liberamente tratte da un articolo della rivista "Galatea European Magazine"
Sito del produttore: www.cooplalucerna.it

23 nov 2009

Un cereale al giorno




Ancora io...lo pubblico ma per me è carente, manca infatti il farro che ritengo essere un cereale importantissimo e molto gustoso, vorrà dire che ne parleremo in un articolo a sè!



DEMETRA... la prima a dissodar la glebe coll'aratro insegnó prima le biade i piu soavi nutrimenti diede a noi prima dié leggi; ed ogni cosa riconosciamo da lei. (Ovidio, Metamorfosi, V)

Divinità e pianeti ovvero, i cereali.
Cerere (Ceres) divinità materna della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti ma anche dea della nascita. Tutti i fiori, la frutta e le cose viventi erano ritenuti suoi doni, si pensava avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi e per questo veniva solitamente rappresentata come una matrona severa e maestosa, bella e affabile, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro ricolmo di grano e di frutta nell'altra. Fu in seguito identificata con la Dea greca Demetra.

Cosa sono i cereali
E' detta cereale ogni pianta che produce frutti e cariosside , riducibili in farine alimentari. In genere si tratta di erbacee della famiglia delle graminacee, come il frumento (grano), il riso, la segale, l'avena, l'orzo, il mais (granoturco), il sorgo, il miglio, il farro, il panico. Il grano saraceno appartiene invece alla famiglia delle poligonacee .

Un po' di storia
Da millenni i cereali rappresentano la risorsa alimentare più diffusa e utilizzata da gran parte dell'umanità, la prima ad essere stata ottenuta per coltivazione, probabilmente, quando l'uomo passò dallo stato nomade a quello stanziale. La coltura dei cereali ha facile ambientabilità, sono facilmente trasportabili e conservabili, hanno un basso costo ed è possibile utilizzarli per la preparazione di innumerevoli cibi. Questi cibi sono energetici perché contengono soprattutto glucidi , ma contengono anche proteine (come il glutine).

Sono sani perchè
I cereali, se integrali, sono un alimento molto ricco: vitamine (gruppo B e vitamina E) contenute nel germe; grassi polinsaturi preziosi per la loro funzione di controllori del colesterolo che prevengono la formazione di placche di grasso nelle arterie; sali minerali (calcio, ferro, fosforo). Non dovrebbero quindi mai mancare sulla nostra tavola e ogni giorno dovrebbero costituire il 40-50% del nostro cibo giornaliero.

Non è "fast food"
I cerali quando sono crudi non sono però in genere commestibili ma si utilizzano fermentati e/o cucinati. L'ammollamento è un procedimento indispensabile in quanto elimina alcuni antinutrienti come i fitati (contenuti soprattutto nei cereali integrali e che inibiscono l'assorbimento di numerosi minerali) e li rende più digeribili. Oltre alla cottura è molto importante anche il tempo di rigonfiamento.
Su questi argomenti è molto interessante la lettura di “Cereali e pianeti nell'umana spirituale alimentazione” di Emma Graf 2001 Natura e cultura. Vol. III Alassio

Rudolf Steiner e i cereali
Da molti anni Emma Graf sviluppa la propria conoscenza nel campo alimentare, studiando i problemi fondamentali dell'alimentazione animata dalla scienza dello spirito di Rudolf Steiner , in particolare dell'alimentazione a base di cereali, traducendola in vera e propria esperienza culinaria e portando così nella quotidianità il suo prezioso sapere.

Sette, di tutto sette.
Proprio dall'esperienza steineriana prendiamo spunto per questo breve trattato sui sette principali cereali per farne una elencazione il più possibile esaustiva. Capirne quindi le loro proprietà salutari conoscere il loro impiego per prevenire o curare i piccoli o i grandi malanni con i quali dobbiamo convivere.
La filosofia steineriana ritiene non sia un caso che il cereali siano sette. Infatti sono sette i colori che compongono l'arcobaleno, sette i toni che si elevano di ottava in ottava, sette i cicli che l'uomo percorre nel cammino della sua vita, sette i giorni della settimana e sette i pianeti che gravitano nel cielo. Dopo aver compiuto ricerche in questo senso, gli steineriani sono giunti alla conclusione che queste relazioni sono sperimentabili e ritengono sia possibile associare ogni giorno ad un cereale corrispondente in modo da ricavare un loro rapporto con i pianeti (che corrispondono ognuno ad un giorno della settimana, lunedì – luna, martedì – marte, mercoledì – mercurio, giovedì – giove, venerdì – venere – sabato – saturno, domenica – sole). Naturalmente questo ha un significato per l'esperienza animica, più che da un punto di vista di fisiologia nutrizionistica, ma a noi piace prenderlo come punto di partenza per imparare a conoscere le proprietà benefiche dei sette cereali.

Frumento – La Domenica (Sunday) – Il Sole
Il frumento (grano) duro o tenero è il cibo per eccellenza di tutta l'area mediterranea. In ebraico il termine “frumento” contiene la stessa radice di concetti come alleanza, benedizione, scelta, elezione, concetti che richiamano il rapporto dell'uomo con Dio. Siamo così abituati a consumare quotidianamente il frumento che non teniamo più conto di quanto sia benefico per il nostro corpo. Infatti il frumento è rimineralizzante, antianemico, antiarteriosclerotico, utile nelle magrezze, nelle stitichezze, nelle coliti e indispensabile per la crescita dei bambini.
La sua azione si distribuisce uniformemente ed armonicamente in tutti gli organi, senza concentrarsi prevalentemente in alcuno analogamente alla sua diffusione sulla terra. L'oro solare gli è proprio come nessun altro cereale.

Riso – Il lunedì – La luna
Con le sue fasi e il suo chiarore argenteo, la luna agisce ritmicamente sulla forza vitale e costruttrice del vivente, regolando i tempi della semina e del raccolto. Vi è, come è noto, una stretta connessione tra la luna e il movimento acqueo, elemento in cui nasce e cresce il riso.
Per gli orientali il riso ha origini divine mentre da noi è piuttosto sottovalutato. Basti pensare che il riso che arriva sulle nostre tavole è quello “brillato”, che ha quindi subito innumerevoli trattamenti impoverendolo di proteine, sali minerali, grassi e fibra grezza. Con questo tipo di trattamento il riso viene contaminato dall'olio di vaselina (derivato dal petrolio) e dal talco (che ha una struttura molto simile all'amianto...).
Al contrario il riso andrebbe consumato integrale (“sbramato” o “risone”), privato solo della lolla, la parte più esterna del chicco, non commestibile. Alimento molto energetico e digeribile, abbassa la pressione sanguigna, cura la colite e la fermentazione intestinale, l'insufficienza renale e l'obesità. Dopo il frumento è il cereale più indicato a tutti. Durante lo svezzamento può essere il primo cereale somministrato perché privo di glutine e ad alta digeribilità.

Orzo – Martedì – Marte
Martedì è il giorno della piena attività, della forza dosata dalla ragione, il giorno della settimana ispirato da Marte, dio della Guerra dell'Olimpo greco. Se ci chiediamo ora quale sia il cereale che corrobora in pari tempo la mente e il corpo, dobbiamo guardare agli antichi Greci. Il loro cereale era l'orzo. Essi sentivano come l'orzo fosse il midollo degli uomini, quindi una sostanza capace di stimolare le forze dell'agire, ma anche cibo dei filosofi, attivante le forze della mente. Esso conferisce la facoltà di essere forti nelle membra e desti nel capo.
Le virtù dell'orzo si trovano naturalmente in quello integrale e non raffinato (perlato): è un cereale rinfrescante, energetico e di facile digeribilità. E' utile nelle infiammazione respiratorie, intestinali e delle vie urinarie. Ottimo rimedio per la bronchite, l'enterite, la diarrea e la cistite.

Miglio – Il Mercoledì – Mercurio
Mercurio, dio alato che in veste di messaggero congiunge il cielo alla terra, si identifica bene con il miglio, il cereale dal chicco più piccolo e mobile. La tradizione vuole che chicchi di miglio venissero messi nelle scarpe delle spose il giorno del matrimonio per attestare che fosse attiva, lesta e vivace.
Un tempo ritenuto un cereale buono solo per l'alimentazione degli uccelli, i popoli africani e orientali ne fanno l'alimento base della propria alimentazione. Per l'alimentazione umana il miglio viene decorticato e assume quindi quel caldo colore dorato che gli è caratteristico.
Il miglio agisce sugli organi adibiti al contatto con il mondo esterno, ossia sulla pelle con le sue svariate formazioni e sugli organi di senso. E' particolarmente indicato alle persone che svolgono lavori intellettualmente faticosi e impegnativi e alle donne in gravidanza. Altamente digeribile è ottimo per l'alimentazione dei bambini, degli anziani e dei convalescenti.

Segale – Il Giovedì - Giove
Giove, padre degli dei, rende il Giovedì una giornata regale e maestosa, come la segale. Di elevata e possente figura la s egale impressiona per la fermezza del suo ergersi. Trasmette quindi all'uomo una forte energia formativa e ciò che si suol chiamare "spina dorsale".
Contribuisce a dare pienezza e sonorità alla sua voce, stimolando inoltre le attività del fegato, l'organo da sempre riconosciuto come soggetto all'influenza del pianeta Giove.
Nel Medioevo la sua coltivazione era ben più importante di quella del frumento e attualmente è ancora largamente diffusa nelle regioni nordiche.
Con più proteine e più crusca di tutti gli altri cereali, viene usata come farina aggiunta a quella di frumento per il pane oppure sottoforma di fiocchi. E' indicata nei casi di magrezza, arteriosclerosi, ipertensione e stitichezza. E' invece consigliato un uso moderato agli obesi e a coloro che trattengono facilmente i liquidi.

Avena – Venerdì – Venere
Venere, madre di ciò che germoglia, di ciò che cresce in natura, è la custode del bello, dell'arte e del gioco. E proprio l'avena è il cereale che rimane verde più a lungo e che ha il più stretto legame con le forze vitali e vivificatrici.
Da sempre ritenuto cibo per cavalli per le sue proprietà energetiche, utilizzato invece come farina per arricchire il pane e la pasta fatta in casa o sottoforma di fiocchi nelle minestre è un ottimo ricostituente, riscaldante, diuretico e lassativo. Stimola la tiroide, esercita funzione ipertensiva ma, essendo un cereale un po' “focoso”, è controindicato a chi soffre troppo il caldo, alle persone nervose e molto magre Essendo inoltre ricca in proteine le persone che soffrono di uricemia e gotta ne devono fare un uso moderato.

Sabato – Mais – Saturno
Saturno, dal carattere serio, si adatta bene al giorno del Sabato nel quale bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere e a oziare un po' dopo un'intensa settimana.
Originaria del Messico, simbolo del Sole, del Mondo e dell'Uomo, il mais è stato per secoli alla base dell'alimentazione di quei popoli nonché degli abitanti della nostra pianura padana e delle genti pedemontane. Per questo motivo al mais è stata attribuita la responsabilità di malattie e malnutrizione che affliggevano queste popolazioni. Effettivamente meno proteico del frumento e dell'avena, questo cereale viene soprattutto consumato sotto forma di farine per confezionare polente e, in minima parte, dolci particolari.
E' indicato alle persone eccitabili, nervose, che soffrono di ipertiroidismo, in quanto rallenta la funzionalità tiroidea e quindi il metabolismo e il ricambio.
Attenzione infine che la farina integrale di mais si ossida rapidamente e questo ne altera il gusto. Per ottenere quindi delle buone polente è necessario utilizzare farina integrale di mais macinata di fresco.


“Il cucchiaio verde”, AA.VV. Giunti Demetra edizioni.
"Alimentazione e Scienza spirituale", Udo Renzenbrink ed. Natura e cultura


22 nov 2009

La scoperta di ZOES






Ciao a tutti,
vi posto la descrizione ed il collegamento a questo bellissimo social network.

Zoes è “la zona equosostenibile” e vuole essere un punto di riferimento dove si incontrano persone, istituzioni e realtà interessate ad un futuro equo, ad immaginare un mondo che sappia risolvere positivamente la crisi ecologica, sociale ed economica che stiamo attraversando.

Zoes è uno strumento per favorire la diffusione di stili di vita sostenibili, per mettere in rete i vari modi di fare economia responsabile socialmente e ambientalmente.
È una piattaforma informatica per rendere visibili le tante realtà intorno a noi che già si impegnano per un mondomigliore: consumatori responsabili, reti di mutualità, campagne di azione, produttori, imprenditori, commercianti, associazioni ed enti, amministrazioni ed istituzioni.
È un social network per discutere e far crescere una cultura della sostenibilità e del valore, anche economico, delle relazioni tra persone.
È un modo per scoprire che stili di vita sostenibili vuol dire prima di tutto qualcosa di bello, di utile, di desiderabile.Nasce da alcuni anni di riflessione ed esperienza di realtà impegnate per la costruzione di un mondo migliore, dall'aver studiato cosa si muove sul web, e non solo, anche a livello internazionale.Dall'esperienza positiva di Terra Futura e di altri eventi che fanno rete e mostrano le buone pratiche di sostenibilità ambientale e sociale. Dalle idee della finanza etica e dell'uso responsabile del denaro.
Ci teniamo che Zoes sia uno strumento e sia quindi il più possibile aperto al contributo di tutti. Per questo è stato pensato in modo che siano gli utenti a generare ed animare la comunità virtuale e la maggior parte dei contenuti informativi:sarà tanto più interessante quanto più vi sarà partecipazione e sarà sempre più efficace via via che verrà popolato da chi si vuole impegnare anche attraverso questo strumento.


I principi a cui si ispira Zoes sono riassunti nella Carta dei principi

Zoes è anche Una rete sociale ... che altro non è se non un sistema di social network per creare una community online dove individui e gruppi dialogano e si incontrano secondo criteri di affinità, competenze e difinalità comuni.

Buonmercato una piattaforma di e-commerce che privilegia l’acquisto solidale e collettivo nel rispetto dell’ambiente, del prezzo trasparente e della responsabilità sociale.

Zoes Orienta un sistema di georeferenziazione che permette di mappare le realtà registrate e le loro iniziative, come risaultato di una ricerca effettuata con criteri geografici, merceologici, tematici,semantici e di relazione con altri soggetti.

Zoes in Azione una serie di strumenti per mappare iniziative, attivare e diffondere campagne, creare gruppi d'interesse e massa critica per unire le forze e cambiare in meglio la propria comunità.

10 canali tematici Ambiente & Costruire, Cibo & Agricoltura, Energia & Ecoefficienza, Finanza & Risparmio, Produzione & Responsabilità, Saperi & Comunicazione, Diritti & RetiSociale, Politica & Partecipazione, Viaggio &Ospitalità, Salute & Benessere per permettere agli utenti e ai visitatori di Zoes di orientarsi con maggiore facilità nella propria zona equosostenibile.

Wikizoes Una scrivania contemporanea a disposizione degli “abitanti”di zoes (utenti profilati) che possono contribuire a proporre e scrivere contenuti utilizzando la modalità aperta e condivisa propria dei wiki.

14 nov 2009

COPENHAGEN 12/2009 - Siete pronti?

L’ambiente si salva a partire dal piatto







Interessante intervista a Robert Goodland, autore insieme a Jeff Anhang dello studio "Livestock and climate change" (Allevamenti e Cambi Climatici) nel quale vengono riveduti e corretti, purtoppo in peggio, i parametri con cui le attività umane contribuiscono al cambiamento climatico. In questa intervista viene affrontata la fonte principale del problema: il consumo di carne.



Nel suo studio scritto con Jeff Anhang, Livestock and climate change , attribuisce al bestiame la “colpa” del riscaldamento climatico. In che senso?

Semplice: il bestiame, e i prodotti ad esso collegati, producono almeno 32.564 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno. Cioè il 51% delle emissioni mondiali di gas responsabili dell’effetto serra.

Ma com’è possibile? Quali dati utilizzate?

Siamo partiti da uno studio della Fao del 2006: un buon punto di partenza, che già assegnava al bestiame la “responsabilità” del 18% delle emissioni. Ma abbiamo notato che c’erano quantità immense di Co2 che erano state omesse, sottostimate o assegnate ad altri “settori”. Se si somma invece il ciclo vitale e la “catena” che porta i prodotti di origine animale sulle nostre tavole, si raggiunge il 51%.

Sta dicendo che la nostra passione per bistecche e hamburger sta uccidendo il pianeta?

So che è difficile da pensare, specie mentre si cammina vicino a un pascolo sulle Alpi. Ma la fonte chiave, e in gran parte sconosciuta, di gas serra sono proprio i 56 miliardi di animali allevati ogni anno in tutto il mondo, per trarne cibo. Se si moltiplica la superficie di terra necessaria a ogni animale di terra, il suo respiro e le altre emissioni che produce per il numero degli animali allevati, si ottiene una quantità di Co2 che lascia a bocca aperta.

Sarà, ma l’uomo alleva bestiame da millenni. Perché il problema sorge ora?

Il punto sono alcune economie emergenti. I benestanti, in Paesi come Cina e India, erano abituati a mangiare cibi tradizionali, a bassa percentuale di calorie di origine animale. La crescita di domanda di quei Paesi per prodotti animali non è inevitabile: dipende dal trasferimento di cultura occidentale e del falso mito che dice che i prodotti animali fanno bene e devono essere forniti su larga scala.

Colpa della globalizzazione, insomma?

No, l’internazionalizzazione sarà utile nel momento in cui il mito della bontà dei prodotti animali sarà sostituito dal fatto che ci sono alternative migliori: altrettanto buone, più salutari e migliori per il pianeta. Le diete tradizionali di Cina e India sono molto più “ecosostenibili” delle diete occidentali, che ora sono ampiamente promosse in quei due Paesi.

Lei scrive che “sostituire prodotti di origine animale con alternative migliori sarebbe la strategia migliore per invertire il cambiamento climatico”. Per salvare il mondo dovremo diventare vegetariani?

Nello studio noi abbiamo solo valutato l’area di rischio ambientale, e abbiamo sviluppato delle raccomandazioni su come trattare quel rischio. Chi raccomanda il vegetarianesimo di solito pensa che i propri valori etici debbano essere adottati dagli altri. Noi non parliamo di valori etici, ma raccomandiamo di adottare la soluzione migliore per fermare il riscaldamento climatico.
Allora i soldi spesi, ad esempio, per lampadine a basso consumo sono sprecati?
No: ma quelle sono soluzioni più care e con effetti più a lungo termine di quella che suggeriamo.

Il cibo, però, è anche cultura. Vada ad esempio a Firenze a dire di cucinare una fiorentina di soia...

Chiaramente le persone creano delle abitudini sul cibo. Ma quelle abitudini sono fortemente indotte da misure fiscali e di marketing. In ogni Paese - prenda la Cina - si vede che fisco e pubblicità possono stravolgere le abitudini alimentari in pochi anni. Se ci sono alternative migliori, è possibile dunque “indurne” il consumo. Certo, senza politiche per promuoverle questo cambiamento sarà molto difficile.

Questo costerebbe molto alle aziende...

Al contrario. Alcune aziende stanno già guadagnando bene con prodotti alternativi che hanno sapore simile, ma sono più facili da cuocere, meno cari e più sani. Ad esempio, “carne” di soia o seitan, o latte, formaggi e gelati di riso o soia. Altre sono già state colpite dagli effetti del cambiamento climatico - effetti destinati ad aumentare, se non si cambia rotta.

Cresce però lo scetticismo sull’esistenza del riscaldamento globale, e sul fatto che sia creato dall’uomo. Vale la pena cambiare le nostre abitudini alimentari?

Cambiare fonti d’energia e il modo di usarle comporta molte novità nella vita delle persone, è costoso e porta benefici solo a lungo termine. Ma il cambiamento climatico minaccia davvero le nostre vite. Provare un nuovo tipo di cibo, saporito, economico e sano, è qualcosa che la gente farebbe anche senza minacce, perché è divertente. Invertire i cambiamenti climatici è “solo” il più importante beneficio di una scelta che, per aziende e consumatori, ne ha molti altri. Senza parlare della riduzione della carenza di cibo e acqua nel mondo: per allevare animali servono quantità di cereali e acqua che con la nostra strategia sarebbero disponibili agli uomini.

Ci scusi: ma lei per primo mangia solo alimenti “non animali”?

Se non lo facessi sarei ipocrita. Ma quel che conta di più non è ciò che mangiamo oggi, ma quello che mangeremo da domani.

9 nov 2009

Per il 54% degli italiani il cibo locale batte le grandi marche, lo dice un’indagine Coldiretti

La maggioranza assoluta (54%) degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali e artigianali, che battono nettamente le grandi marche, le quali si fermano al 12%. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti-Swg. Secondo l’indagine, per il 29% degli italiani la scelta tra le due tipologie di prodotto dipende dalla qualità, mentre per il 5% dal prezzo. La vittoria del prodotto legato al territorio, con il boom degli acquisti diretti dal produttore e dei mercati degli agricoltori, è confermata anche dal fatto che quasi due terzi degli italiani (65%) si sentirebbero più garantiti da un marchio degli agricoltori italiani rispetto al marchio industriale (13%) e a quello della distribuzione commerciale (8%).
Secondo la Coldiretti, la crescente attenzione alla difesa del tessuto produttivo legato al territorio nazionale è avvalorata anche dal fatto che un terzo degli italiani acquista regolarmente prodotti di originecontrollata e protetta e ben il 97% è d’accordo sulla necessità di indicare sempre il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti.
L’agricoltura italiana vanta la leadership nei prodotti tipici, con 182 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, senza contare le 4.471 specialità tradizionali censite dalle Regioni

8 nov 2009

Come si partecipa al Gasilario

Per partecipare alle comunicazioni del gruppo non ci sono altre "iscrizioni" necessarie a parte la registrazione del proprio indirizzo email alla nostra mailing list. E' possibile trovare diverse indicazioni per registrarsi sulla nostra pagina di servizio su yahoo gruppi.
Fattivamente, il contributo che ciascuno può dare è fondamentale per tutti, e un maggiore numero di persone disponibili a prendersi qualche compito permette una gestione sempre più leggera delle attività necessarie.


Cosa si arriva a fare in concreto?
Inizialmente è normale cominciare partecipando agli acquisti che interessano, relazionandosi con il referente relativo alla specifica fornitura che dà le indicazioni sul dove/come/quando si ordina, si paga, si ritira la merce.
Occasionalmente si partecipa agli incontri del gruppo, che non sono solo l'occasione di informarsi reciprocamente e decidere di acquisti, ma anche di creare e coltivare i rapporti interni, formarsi una "coscenza" comune, scambiarsi opinioni, proposte.
La convivialità è un elemento fondativo dei GAS, che sono altra cosa da meri gruppi di acquisto collettivo.


Nel giro di breve, quando si è entrati un po' più nel meccanismo, ciascuno può e deve individuare quello che è in grado di offrire in termini di tempo e disponibilità operative. Possono essere il più classico offrirsi come referenti per qualche genere di fornitura, o essere disponibili per le più impegnative "fasi" finali dell'acquisto (es. il ritiro della merce, lo stoccaggio temporaneo, la ridistribuzione), o ad organizzare e coordinare eventi interni (riunioni, incontri a tema) o anche esterni (banchetti informativi, gite).
Le cose, come spesso accade, sono molto più facili da farsi che da spiegarsi.


Ciascuno può trovare all'interno delle specificità proprie o del proprio stile di vita degli elementi inaspettatamente utili e preziosi per tutti gli altri, facendo esempi limitati e non esaustivi: avere capacità commerciali, informatiche, organizzative, culinarie (le ricette sono molto gradite), avere nei propri giri di lavoro il passaggio proprio nella zona di qualche fornitore distante, o intendersi di vino, di birra, di chimica, di qualsiasi processo produttivo.
Tante volte non ci si rende nemmeno conto di quante cose si sanno e si fanno che sarebbero preziose per chi si relaziona con noi, e partecipare ad un gruppo di acquisto solidale è un'ottima occasione per scoprire qualche pregio di noi stessi.

Come "funziona" il Gasilario (generale)

I gruppi di acquisto solidale scelgono modalità organizzative differenti in base alla loro situazione e alla loro storia. Il Gasilario, come moltissimi altri gruppi, è un gruppo informale, ossia non si è dotato di una struttura organizzativa formalmente riconosciuta, ed è basato sull’opera volontaria dei suoi componenti.

Il funzionamento di un gruppo d'acquisto è in ogni caso abbastanza semplice e tipico.
I partecipanti definiscono in primo luogo una lista di prodotti su cui intendono eseguire gli acquisti collettivi.  In base a questa lista di prodotti si individuano i possibili fornitori.
Il Gasilario privilegia per quanto possibile i piccoli produttori, preferibilmente locali, le produzioni biologiche, stagionali, artigianali, etiche e ed ecologiche in termini di materie prime (es. per i prodotti non alimentari), di imballaggi (ridotti) e di incidenza ambientale del trasporto.
In generale, un rapporto diretto e continuativo con il fornitore e l’acquisto di gruppo comportano dei vantaggi reciproci su vari fronti: rapporto di fiducia, sinergie positive e condivisione di informazioni utili, miglior programmazione (dei consumi e della produzione), riduzione dei costi, dell’incidenza trasporti, e degli imballaggi.

Individuato il fornitore, con una determinata periodicità le diverse famiglie o persone compilano un ordine, e quindi gli ordini vengono raccolti e sommati per definire un ordine di gruppo che viene trasmesso al produttore.
Quando arriva la merce dal produttore questa è ricevuta in un unico punto e più o meno temporaneamente stoccata. Viene poi suddivisa tra le famiglie e ognuno paga per la sua parte.
Molti gruppi come il nostro funzionano senza spaccio né magazzino, attraverso la disponibilità di persone che – anche a turno - accettano di tenersi in casa la merce fino a quando gli altri non la ritirano.

Il Gasilario rientra tra quei tipi di gruppo che individuano al proprio interno un referente (diverso per ogni fornitura) che segue tutte le fasi dell'acquisto: raccolta e trasmissione degli ordini, ritiro della merce e distribuzione, raccolta soldi e pagamento.
Risulta chiaro che si prende parte utilmente ad un GAS come il nostro se animati da un certo grado di disponibilità a impegnare una parte anche minima del proprio tempo a favore degli altri.

Per fare un esempio reale del funzionamento descritto: ogni due settimane ordiniamo i prodotti ortofrutticoli freschi, fornitura che interessa la maggior parte dei membri del gruppo. Abbiamo individuato insieme una cooperativa agricola locale che accoglie e impiega persone con disabilità e che produce e vende esclusivamente prodotti biologici (certificati) di stagione.
Una persona di noi si è presa il compito fisso, attraverso l’uso della posta elettronica, di comunicare a tutti l’apertura dell’ordine qualche giorno prima della data prevista, ricevere gli ordini di ciascuno, predisporre l’ordine complessivo del gruppo e inoltrarlo, prendendo contatto con il produttore per la consegna. Riceviamo i prodotti l’indomani in un unico punto di raccolta, presso l’indirizzo di un nostro membro, già suddivisi, con il nominativo di ciascuna famiglia applicati sulle cassette insieme al relativo scontrino fiscale. Facciamo l’ordine il martedì, ogni due settimane e si tratta della fornitura con il maggior grado di frequenza.
L’approvvigionamento di altre tipologie di prodotti, come i secchi o i non alimentari, ha tendenzialmente cadenze molto più diluite nel corso dell’anno e determina quindi un minore onere organizzativo a chi se ne deve occupare.